Inaugurazione di MU-141 La vita Infinita

Sambonet Paderno Industrie celebra il 90° compleanno dell’artista Kengiro Azuma collocando una tra le sue più recenti e significative opere all’interno del proprio sito produttivo. 

L’11 marzo “MU – 141, La Vita Infinita” viene posta a Orfengo per rimanervi permanentemente e diventare parte del patrimonio culturale locale.

All'inaugurazione hanno partecipato numerosi amici ed autorità locali. Un’iniziativa non solo culturale ma anche collettiva, fedele all’impegno profuso dall’azienda in ambito di responsabilità sociale.

“Questa scultura rappresenta il ciclo della vita invisibile ma resa visibile con la materia: il bronzo” 

Attraverso queste parole Kengiro Azuma sintetizza come sia possibile esprimere le emozioni, trasformandole in percezioni scultoree tangibili alla sensibilità dell’osservatore e di tutti.

Una filosofia artistica e personale riconducibile ai principi dello ZEN e alla sue origini culturali nipponiche.
Azuma raggiunge la maturità artistica avvicinandosi all’espressione astratta e a un imprescindibile legame con il MU e il YU, dove gli opposti assumono lo stesso valore, dando vita nel 1961 alla sua prima opera MU – in giapponese “vuoto” – nome con cui intitolerà tutte le sue successive creazioni. Questa data segna, infatti, un momento fondamentale nel suo percorso e, precisamente, il passaggio da una pratica figurativa riconducibile alla sua formazione scultorea vicina a Marino Marini, suo maestro a Brera, ad una espressione totalmente astratta. 

In “MU – 141, La Vita Infinita” sono presenti i due opposti “vuoto” e “pieno”, così come i riferimenti alla natura e all’impegno di riuscire a trasmettere emozioni invisibili.

Questa installazione si inserisce alla perfezione nel contesto territoriale e culturale in cui ha sede Sambonet Paderno Industrie, noto per le coltivazioni del riso – simbolo indiscusso di prosperità e fecondità – e legato all’arte e alla cultura dello storico brand vercellese Sambonet.

 

BIOGRAFIA - KENGIRO AZUMA

Kengiro Azuma nasce nel 1926 a Yamagata da una famiglia di artigiani del bronzo.
La Seconda guerra mondiale lo porta ad arruolarsi a 17 anni nella divisione dell’Aeronautica della Marina Militare Imperiale.
A seguito del disastro nucleare di Hiroshima e Nagasaki, Azuma si trova costretto ad accettare la sconfitta dell’Imperatore e del Giappone, e questo lo porta a riconsiderare tutta la sua filosofia di vita.
Nel 1948 si iscrive al corso di scultura dell’Università Nazionale d’Arte di Tokyo, dove comincia a creare con un’impronta accademico-classicista ispirata soprattutto alla scultura francese tra Ottocento e Novecento conseguendo la laurea nel ’53.
Nel ‘56 si trasferisce in Italia e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove conosce Marino Marini, frequentando il suo corso di Scultura e, nel 1960, diventa suo assistente.
La sua prima mostra personale risale al 1961, presso la Galleria Minima di Milano che lo porta a realizzare i primi rilievi intitolati “MU-ricerca personale dell’artista sul significato dell’infinito del ciclo della vita”. Inizia a esporre con i più grandi esponenti dell’arte moderna mondiale, tra cui Fontana, Arp, Chadwick e Moore.
Inizia il suo periodo più prolifico, che lo porta a diventare insegnante alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano dal 1980 al 1990 e membro del comitato scientifico della Fondazione Marino Marini dal 1983 al 2001.
Numerose anche le menzioni d’onore, tra cui accademico di San Luca a Roma nel ’93, decorazione “Shijuhosho” dall’imperatore del Giappone a Tokyo nel ’95 e Ambrogino d’Argento di benemerenza civica nel 1996.
Oggi Kengiro Azuma vive e lavora a Milano, continuando a celebrare la sua personale filosofia di vita attraverso le sue opere.
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